Raja Yoga e Psicologia

29. Set

 

YOGA E MEDITAZIONE

Raja Yoga e Psicologia

Fra intuizione e studio dell’Anima

 

Dalla radice sanscrita “yuj” che significa “unione”o “vincolo”, lo yoga indica l’insieme delle tecniche finalizzate al ricongiungimento del corpo, della mente e dell’anima individuale (jiva) con l’anima universale intesa come pura

consapevolezza (Brahman o Sé), liberando lo spirito dall’illusione del tempo, dello spazio e della causalità. “Il Sé non é né il corpo né la mente, ma piuttosto quella parte più profonda di ciascuno di noi che conosce la verità. L’om é l’arco, l’anima individuale, la freccia, Brahman il bersaglio.” (Swami Vishnudevananda).

Lo studio del Sé quindi rimanda anche agli antichi testi sanscriti, oltre ad essere oggetto di ampio dibattito fra i più conosciuti psicologi, a partire da William James, che percepì la differenza fra il Sé corporeo, il Sé sociale e il Sé spirituale, a George Mead, a Jervis e a vari psicologi del mondo contemporaneo, che hanno trovato legami e connessioni fra questo senso del Sé e la Vita, intesa come tutta la realtà circostante. Il Raja Yoga è dunque il vero e primo Yoga, lo Yoga Regale, nella sua accezione sopra menzionata. Lo Yoga conosciuto da tutto il mondo occidentale, quello che si pratica sul tappetino nelle sale delle palestre o abitazioni apposite, è lo Hatha Yoga, quello della “forza fisica” e del lavoro su corpo e respiro. Oggi più che mai l’essere umano, nella sua spasmodica e inarrestabile corsa verso il potere, il denaro e il successo, ha trovato che un settore che frutta molto è quello della Formazione. La scarsità di posti di lavoro, la sempre incombente “crisi” mondiale, la minaccia del cambiamento obbligato, la versatilità e la flessibilità sempre più richieste dal nuovo mondo del lavoro, hanno portato a investire sempre più denaro in formazione e specializzazione, sia nei settori in cui ci si sente competenti, ma che sono sempre e comunque in evoluzione, sia in settori nuovi e completamente differenti, che portano al continuo desiderio di trovare una professione appagante. Così molti hanno compreso che il settore della formazione non sarà mai in crisi, anzi, è in continuo aumento in ogni settore, soprattutto in quelli più alla moda. Le arti e le discipline orientali, rese conosciute dalla diffusione del web oltre che dalla pratica per le strade delle metropoli, sono in grande espansione, ragion per cui si è visto che investire nella formazione di insegnanti di queste discipline porta a un notevole afflusso di clienti. Corsi e scuole di tutti i tipi, che cercano di differenziarsi da quelli esistenti, di dare sempre più “valore aggiunto”, puntando su promozioni, pubblicità, motivazione, nascono in ogni luogo, elargendo ricchi e variopinti diplomi anche dopo un fine settimana di corso. Riconoscimenti legali e politici, timbri di famose associazioni, firme di emeriti personaggi, sono i fregi più anelati dai nuovi adepti, i quali si sentono insigniti di vari titoli spendibili nel proprio curriculum lavorativo. Coloro che si vantano di essere “diventati insegnanti” di questa o quella disciplina, e iniziano a elargire i propri metodi dopo un corso di formazione, non si rendono conto che possono fare danni ai loro allievi, ed anche se dotati di grande carisma, alta autostima, grande senso di autoefficacia promosso da corsi super motivazionali, l’insegnamento non può basarsi esclusivamente su queste- proprie o indotte- doti personali. Trasmettere una disciplina implica prima di tutto il fatto di averla vissuta, di aver lasciato che essa sia entrata nella propria vita compiendo grandi e reali trasformazioni; implica l’averla sperimentata per anni su di sé; implica la consapevolezza di non essere mai “arrivati”, ma di essere sempre in cammino, e che la conoscenza non finisce mai, ma sarà sempre parte del cammino di questa vita. Lo Yoga, a differenza di Pilates, Ginnastica o altre tecniche per riarmonizzare il corpo- che presuppongono solo lo studio di anatomia, fisiologia, e possibili correlazioni con particolari quadri patologici o post riabilitativi, e lo studio degli esercizi e della struttura della lezione- presuppone la conoscenza di base della sua origine, il Raja Yoga, lo Yoga della connessione con l’origine della Vita, con l’unione col nostro Sé Reale. Con Sé Reale non si intende quello degli psicologi, come Tory Higgins che definisce la discrepanza fra Sé reale, Sé ideale e/o “Sé dovere”. Il vero Sé è più un concetto di Mente Profonda, quello stato di Coscienza profondo che è al di là delle mente emozionale e di quella razionale, ed è al di sopra di entrambe.

“Il praticante yoga all’inizio del suo cammino visualizza la mente con circospezione in quanto essa stessa appare come un ostacolo alla consapevolezza ricercata; poi gradualmente la concepisce come il ponte di collegamento verso tale consapevolezza, studiandola con dedizione. La psicologia yogica viene così interiorizzata da coloro che hanno già valicato il ponte e osservato la mente, dalla favorevole posizione al di là di esso”. (Sri Aurobindo). “Non voglio essere certificato da nessuna organizzazione autoreferenziale, ma voglio essere giudicato solo dai miei maestri e e dai miei allievi” (Sw.Shivananda). Con questa affermazione questo maestro del 1924, quando ancora la “formazione” non era un business ma era dedizione, esperienza, distacco vero e senza apparenze, ardente desiderio di seguire il Sentiero dell’amore e della reale provenienza dell’essere, richiama l’attenzione al senso di riconoscimenti effimeri e standardizzati, per non entrare anche qui nell’omologazione e nell’etichetta data da chi vuole dirigere le fila del gioco di Maya, di questo mondo dell’illusione che si infiltra in ogni settore, rendendo vendibile e commerciabile anche la ricerca della spiritualità. Questo non significa che la formazione sia inutile, anzi, l’esperienza e la formazione diversificata nei diversi stili di Yoga, la frequenza di classi in varie città, la frequentazione di seminari e workshop arricchisce senz’altro la nostra conoscenza, e tutto ciò che diffonde sapere, se proposto da persone preparate e anch’esse con grande esperienza di vita, è molto utile, anzi, da questa non si può prescindere. Seguire qualche maestro spirituale, sempre se in grado di diffondere, con le parole e con l’esempio, grandi insegnamenti, è una via meravigliosa. Entrambe andrebbero perseguite lungo il cammino, ma occorre soprattutto sapere che siamo sempre in cammino e che ogni tassello che si aggiunge alla nostra esperienza andrà ad arricchire coloro coi quali entriamo in contatto. E’ nostro onere arricchire costantemente il nostro bagaglio esperienziale, e soprattutto dichiarare l’origine e il senso primario di una disciplina antica e onnicomprensiva come lo Yoga.

 




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