Dovere o Fanatismo

 

YOGA E MEDITAZIONE

Dovere o Fanatismo?

Sempre più negli ultimi tempi stiamo assistendo al fenomeno del ritorno alla vita di comunità. Dall’eccesso di individualismo, di ricerca del successo personale, stiamo passando a un’era nella quale ritornano le nostalgie degli antichi valori, della famiglia allargata, della vita insieme. La necessità di condivisione e di sostegno reciproco si fa sentire in tanti contesti di cammino, di ricerca interiore, sia nei gruppi spirituali in cui ci si ritrova spesso per riunioni, incontri di Preghiera che possono durare anche giorni, sia in gruppi di lavoro interiore uniti da un obiettivo comune, ad esempio i gruppi di studio dello Yoga, della Biodanza, del Qi Gong e delle discipline orientali. Questi gruppi non differiscono nell’intento di creare, appunto, la sintonia “di gruppo”, il senso di appartenenza che è comunque insito nell’essere umano, che nelle relazioni sociali trova sostegno vitale fin dall’inizio della propria esistenza ( come dimostrò Vygotskij agli inizi del secolo scorso). Creare una “vita insieme” non è però così semplice. Tante comunità sono nate, alcune sono cresciute e continuano a crescere, come alcune comunità Yoga in Umbria, in Toscana o in Emilia Romagna, trovando l’energia per la propria sussistenza, oltre che dalla collaborazione dei loro membri, anche dalla vendita di beni e servizi, proponendo corsi, vendendo libri ecc. In ogni occasione di relazione interpersonale occorre però essere sempre molto attenti al funzionamento del proprio Ego, che secondo gli Yogi è il lato oscuro di ogni essere umano, quello che lo porta ad agire in modo dipendente dall’illusione della materia e lo allontana dal rapporto con Dio ( o con la Vita, se vogliamo usare altri termini). Questo aspetto è in ognuno, e spesso si annida anche nelle più elevate intenzioni iniziali. Nei gruppi Yoga ad esempio si considera molto importante la vita sana, il rapporto con la Natura, la possibilità di dedicare spazio alla pratica e il senso del dovere, ossia fare al meglio ogni cosa nella vita quotidiana. Il Dovere come Missione può essere un buon principio ispiratore, ma occorre fare attenzione, poiché ogni volta che nel nostro dialogo interiore ci sentiamo ripetere “devo fare questo” e sentiamo nel Cuore una sorta di oppressione, significa che c’è una dissonanza interna e quindi una disarmonia. Ascoltare il Sentire è sempre la Via migliore, e per chi pratica la Meditazione, in qualsiasi forma, sarebbe auspicabile prendersi un tempo per restare in quell’Ascolto, per percepire dove porta. Se senti qualcosa nell’area del Cuore, significa che la tua Anima ti sta parlando e vuole essere ascoltata.

Spesso si finge di non udire la sua voce, e si procede ugualmente con varie giustificazioni razionali, quali: il capo ha già organizzato il tutto al meglio, devo eseguire gli ordini dei miei superiori, devo fare così e non discutere, tutto funziona al meglio se si esegue senza lamentarsi. Certo, qualcuno che predispone l’ordine delle azioni da eseguire e stila un piano organizzativo è utile e funzionale in ogni gruppo, di lavoro e/o di convivenza. L’obbedienza a ogni costo però, cieca e risoluta, giustificata dalla delega di responsabilità, rischia di cadere nei meccanismi di “disimpegno morale”, che Albert Bandura ha evidenziato e diffuso con esperimenti e scritti famosi in tutto il mondo, fin dagli anni ’60, traendo la conclusione che essi sono alla base anche dei “crimini di obbedienza” espletati dalle guardie naziste ( tanti di loro erano persone “normali”, solo molto devote e bravi osservatori del senso del dovere!). Una compagna di corsi mi disse, alcuni mesi or sono, questa frase: “una comunità di persone che praticano una disciplina di auto consapevolezza e che vogliono vivere in armonia con la Terra non può prevedere al suo interno certamente chi mangia carne o beve bevande zuccherate”. Questa frase mi rimase impressa, non dissi nulla ma riflettei sul fanatismo che cela. Discriminare le persone “in armonia con la Terra” sulla base di quello che mangiano ( e non sulla quantitò, ma solo su “cosa”) è in netto contrasto anche con ciò che Gesù disse a suo tempo ai discepoli “Non è quel che entra nella bocca che contamina l’uomo; ma quel che esce dalla bocca, ecco quel che contamina l’uomo”. Ho rivisto questa stessa persona poi in un contesto sociale di “comunità”, con altri vegani fieri, che bevevano birra ( vegana) e mangiavano cereali e verdure in enormi e smodate quantità, mangiando e bevendo come se dovessero gareggiare a chi ostentava più godimento, esattamente come fa l’uomo comune quando si ritrova per festeggiare e fare “baracca”, perdere il controllo e lasciarsi indulgere.. questo tre volte al giorno, colazione, pranzo e cena. A mio modesto avviso l’equilibrio è sempre nel centro, ed è molto facile perdere questo centro, e sostituirlo con gli “idoli”. Gli idoli non sono necessariamente guru o maestri ( anche se il “dovere perché lo ha detto il capo” fa parte dell’idolatria, se non è accompagnato da un’azione ragionevole, vedi i crimini di cui prima), ma possono essere anche queste forme di fanatismo. L’essere umano, ancora, in questa dimensione è onnivoro, ossia mangia tutto. Questo non significa che se non abbiamo voglia di carne non possiamo mangiare solo alimenti vegetali, ma almeno che abbiamo la lucidità e la centratura mentale di non avere pregiudizi nei confronti di chi segue la propria natura magari meglio di noi, e mangia la carne una volta alla settimana con parsimonia e gratitudine per la vita, mangia e beve in modo equilibrato e moderato senza fare del cibo la propria lussuria e dipendenza per il bisogno represso di compensare le proprie mancanze interne dovute a un “dovere” che è divenuto, senza che ci se ne accorga, fanatismo. Il Teologo Paolo Spoladore ricorda che gli aborigeni americani mangiavano anche il bufalo e tutto ciò che la Natura dava loro, solo nella misura in cui questo Serviva alla Vita – senza spreco, lussuria, consumismo, ostentazione, dipendenza.. ringraziando di ogni bene ricevuto.




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