Pet Yoga Therapy

Lo Yoga e gli Animali

 

Fu lo psichiatra infantile Boris Levinson a enunciare per la prima volta, intorno al 1960 le sue teorie sui benefici della compagnia degli animali, che egli stesso applicò nella cura dei suoi pazienti. Da allora anche in Italia esistono vari centri specializzati per l’aiuto nelle terapie tradizionali con l’ausilio degli animali. Gli animali domestici, si sa, possono essere un valido supporto nella vita, per esempio per le persone sole e anziane, o per le coppie che non hanno potuto avere figli, o anche per chi si sente in sintonia e sente il bisogno di entrare in contatto con la natura, e ha un’occasione per fare salutari camminate rigeneranti, incontri con altri appassionati coi quali socializzare e condividere momenti spensierati, e entrare in comunicazione empatica e profonda in modalità molto diverse rispetto alla comunicazione formale umana.

Per un praticante di Yoga, la condivisione del tappetino con un essere peloso può essere un momento molto divertente, che integra gli esercizi e le posizioni del corpo con sane risate e interazioni inaspettate. Sia i gatti sia i cani percepiscono quando siamo intenti a donare la nostra focalizzazione altrove, quando siamo assorti e inebriati di un’energia che ci porta a fluire nel corpo e nella mente, senza soluzione di continuità, come in una danza interiore, nella nostra pratica Yoga. Per questo diventano un po’ gelosi, e vogliono partecipare anch’essi a questa danza, che per loro è un gioco. Come per i bambini, anche per gli animali i sistemi percettivi sono ancora prevalenti, nonostante e, nonostante i nostri tentativi educativi, quando sentono scattare la dimensione del gioco, entrano in un’euforia incontenibile. Il gioco è una dimensione naturale, che la nostra anima cerca e ricerca, e se non viene attivata o non le viene dato sufficiente spazio nella nostra vita, prima o poi ci saranno delle carenze, dei disequilibri, che si possono esprimere anche nel corpo fisico. La creatività e il gioco sono dimensioni Vitali. L’animale domestico può essere un ottimo pretesto per ritrovarle, insieme. Gli occhi del cane quando guarda e trasmette i suoi vissuti interiori, gli occhi del gatto quando afferra e recepisce i tuoi bisogni, sono emblematici della complessità dei loro sistemi, che vanno molto oltre il semplice istinto di sopravvivenza e la pulsione al soddisfacimento dei bisogni primari. La connessione con l’”essere peloso” può divenire così motivo di scambio accattivante, di interrelazione fluida, di gioco interessante, di interpretazioni e simbiosi, così come quando avverti dolore al ventre e il gatto si posiziona proprio sopra il tuo addome, coccolandolo e donando il suo calore e la sua energia riequilibrante. Questi esseri sono dotati di una sensibilità percettiva molto superiore alla nostra, e il fatto che non abbiano una “mente pensante” pari alla nostra è un mistero della natura che nessuno finora ha scoperto, o compreso come funzioni. Diverse teorie si contrappongono. C’è chi sostiene che le loro anime si congiungano col regno della specie, una volta lasciato il corpo; c’è chi sostiene che invece essi facciano parte degli esseri viventi individuali e che ognuno abbia una propria anima individuale, o chi invece sostiene che si reincarnino in forme più evolute per continuare il cammino evolutivo. Credo che teorizzare non sia tanto utile, dal momento che non potremo avere una conferma empirica di questo, per cui ciò che può essere più funzionale a noi e al nostro rapporto coi nostri compagni domestici è quello che sentiamo, il lasciar fluire una relazione che, se si è instaurata, ha un suo significato, anche se non comprendiamo razionalmente quale. Se riesci a lasciarti fluire, come per ogni situazione che la Vita ti propone, con fiducia e con leggerezza d’animo, e riesci a goderti la comunicazione non verbale e la pratica Yoga sul tappetino, il gioco e l’interazione, le camminate e le coccole, ridonando a te stesso quel nutrimento di cui il tuo “bambino interiore” ha sempre bisogno, troverai un modo per contemplare la natura in ogni suo aspetto, anche negli occhi di una gatta. Ogni espressione della Vita porta con sé la forza Vitale, e se riesci a non attaccarti al risultato del tuo allenamento, infastidito dall’entrata sul “mat” del tuo gatto, ma a lasciar fluire e interagire gli esseri che arrivano, considerandoli “ compagni di gioco e di avventura”… entrerai in un “flow” fisico e mentale che varrà molto di più di un rigido allenamento fisso, attaccato al fine del raggiungimento della posizione.. e sicuramente la posizione arriverà lo stesso, ma senza sforzo e soprattutto senza la pesantezza mentale con la quale si è abituati ad affrontare ogni parte della vita.. compreso l’allenamento nello Yoga! Purtroppo l’attaccamento agli obiettivi e il giudizio sono sempre alle porte, sono i sistemi associativi della mente con la quale siamo stati educati, e sono molto presenti ormai e quindi queste modalità si attivano anche se non ne siamo consapevoli. Per questo occorre una ri-centratura costante, un lavoro interiore di ascolto, che può essere molto facilitato attraverso il contatto con la natura in ogni sua forma espressiva, compresi gli animali. Se pratichi in casa con un cane o con un gatto, lascia che egli arrivi sul tuo tappetino e continua a esercitare le posizioni, modificandole in modo armonico con lui. Se pratichi posizioni contro la forza di gravità, potresti portare l’animale- se di piccola taglia- sul tuo dorso, o se fai addominali a terra, sul tuo addome. Se pratichi affondi puoi tenerlo in braccio, utilizzandolo come “peso”. Se è di taglia più grossa, ad esempio un cane labrador, trovate i vostri spazi reciproci, accarezzandovi e dandovi attenzione, in modo che sia coinvolto nell’interazione, e vedrai che sarà anch’egli propositivo nel creare posizioni.. ricordando che la maggior parte delle posizioni utilizzate nello Hatha Yoga sono state create osservando gli animali, e in genere gli esseri della Natura e la vita. Buona pratica.

 

 




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